di Fatou Diako

Nel ringraziare Imbavagliati della “vetrina” offerta e dell’onore di poter essere in questo spazio libero a cadenza mensile, con i nostri lettori, colgo l’occasione per presentarmi e per introdurre l’Associazione Hamef (APS) di Napoli, che da anni opera nel settore dei diritti umani, della promozione delle libertà e delle identità multiculturali, nonché della cooperazione internazionale.
Il motore principale e innovativo è la scelta di dare vita ad una pagina, che restituisse voce e dignità ai protagonisti della diaspora e dell’immigrazione (da intendersi, a sua volta, come presenza materiale e fattiva sul territorio).
In questa realtà, come Presidente dell’Associazione Hamef, prima, dell’Associazione “Articolo 21” Regione Campania e, infine, della Consulta degli Immigrati del Comune di Napoli, sono felicemente immersa da anni in quelle sinergie umane, in quel raccordo tra le Comunità, piccole o grandi, che si riuniscono negli intenti, avendo il coraggio e la speranza di andare oltre le differenze, le diffidenze, le barriere, intese, in primo luogo, come sovrastrutture mentali.
La stampa per me ha da sempre avuto il valore, l’incanto e il fascino delle voci libere, capace di unire, quanto di dare risalto alle singole sfaccettature, secondo l’occorrenza, e la forza del momento.
L‘opportunità di essere una delle voci di questa Rivista è un momento prezioso da saper cogliere e celebrare insieme ai Lettori.
Vi parlerò dei progetti di promozione internazionale, una rete di cooperazione, che collabora anche con le realtà ivoriane per la ricostruzione delle aree postbelliche (cominciando dalle scuole per procedere con gli ospedali; il tutto passando per opere idriche particolarmente desiderate nel prefiggersi l’obiettivo di sanificare le acque).
Nell’entusiasmo, che spero essere palpabile, vi invito al dialogo aperto e indipendente, leale e improntato alla regola del sano contraddittorio; la pagina vuole vivere nel rapporto interlocutorio con Voi e arricchirsi delle esperienze della comunità che vi troverà riparo: spazio vitale per i liberi che non vogliono più essere imbavagliati (o, chissà, che reclamano il diritto di restare tali, nella resilienza ai vari tormenti, sociali, od esistenziali). Vi aspetto, per lavorare insieme, con affetto.

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