di Carmen Ferrara
Nasce, su richiesta di Désirée Klain, la rubrica mensile Diversamente Liberi(ə), spazio di approfondimento sui diritti delle persone LGBTI in Italia e nel mondo.
Innanzitutto mi presento, sono Carmen Ferrara, attivista non binary e ricercatrice in formazione, in italiano utilizzo i pronomi femminili, in inglese preferisco l’opzione they/them, che offre un’opportunità neutra rispetto al genere.
Partiamo dal titolo: Diversamente Liberi(ə). Cos’è quel simbolo tra parentesi? Si tratta della Schwa, una lettera atona, adottata come soluzione alternativa al maschile inclusivo, con l’intento di includere le persone di genere maschile, femminile e non binario, come me che non mi identifico nella definizione binaria del genere.
Con questo articolo introduttivo vorrei offrire le coordinate per l’utilizzo di un linguaggio rispettoso di tutte le identità. La rubrica nasce nell’ambito del progetto Imbavagliati, Festival Internazionale di Giornalismo Civile, per cui mi rivolgo anche e soprattutto a coloro che lavorano in quest’ambito e hanno la responsabilità di raccontare fatti di cronaca che talvolta riguardano persone LGBTI.
Con questo acronimo si indicano le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersex. Queste cinque parole sono degli aggettivi, pertanto hanno la funzione di accompagnare dei sostantivi: nel caso delle lesbiche, parliamo di donne lesbiche, nel caso di transgender possiamo parlare di uomini transgender o di donne transgender, a seconda del genere di elezione. Le prime tre riguardano una specifica dimensione dell’identità sessuale, che è l’orientamento sessuale, ossia l’attrazione verso persone di uno o più generi, o nessuno, come nel caso delle persone asessuali. L’orientamento sessuale non sempre coincide con l’orientamento sentimentale. È possibile che una persona sia fisicamente attratta sia dagli uomini che dalle donne, ma istauri relazioni sentimentali con persone di un solo genere. Ça va sans dire (ma in questa sede lo specifichiamo per l’intento non solo informativo, ma anche formativo della rubrica), anche le persone transgender hanno un orientamento sentimentale e sessuale, non necessariamente eterosessuale. Una persona transgeder può essere gay o lesbica, bisessuale, asessuale. L’errore più comune commesso dalla stampa, concerne l’utilizzo dei pronomi delle persone transgender. È davvero più semplice di quanto si possa pensare: va sempre utilizzato il pronome concordante con l’identità di genere della persona. Se una persona è AMAB (assegnata maschio alla nascita) e la sua identità di genere è donna, si tratterà di una donna transgender, pertanto si utilizzeranno i pronomi femminili. L’ultima parola, intersex, riguarda invece le caratteristiche sessuali di un soggetto. Dal punto di vista biologico, a differenza di quel che comunemente si possa pensare, non tutte le persone nascono con genitali e/o cromosomi riconducibili al maschile o al femminile, nonostante nel nostro Paese non esistano altre opzioni dal punto di vista anagrafico in relazione al sesso. L’intersessualità riguarda le varietà di caratteristiche gonadiche/ormonali e anatomiche possibili nella specie umana. Per un approfondimento si consiglia la lettura di Intersex, antologia multidisciplinare a cura di Michela balocchi edita da Edizioni ETS nel 2019. Nell’ambito di questa rubrica approfondiremo di volta in volta vari temi, anche attraverso delle interviste a testimoni privilegiati o persone esperte nei campi specifici.