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FREE PATRICK ZAKY

Patrick George Zaki, attivista e ricercatore egiziano, si trova dal 7 febbraio 2020 in detenzione preventiva fino a data da destinarsi.
Il 25 agosto, per la prima volta da marzo, Patrick ha potuto avere un breve incontro con sua madre. In questi mesi la famiglia aveva ricevuto da Patrick solo due brevi lettere a fronte delle almeno 20 che lo studente aveva scritto e inviato.
Dopo estenuanti rinvii, le prime due udienze del processo si sono tenute solo a luglio. Nella seconda, risalente al 26 luglio, Patrick Zaki ha potuto vedere per la prima volta i suoi avvocati dal 7 marzo. In quell’occasione Patrick è apparso visibilmente dimagrito. Il 26 settembre, a seguito di una nuova udienza, il tribunale ha deciso un ulteriore rinvio. La prossima udienza si svolgerà a novembre.
Patrick George Zaki rischia fino a 25 anni di carcere per dieci post di un account Facebook, che la sua difesa considera ‘falso’, ma che ha consentito alla magistratura egiziana di formulare pesanti accuse di “incitamento alla protesta” e “istigazione a crimini terroristici”.
Nel suo paese avrebbe dovuto trascorrere solo una vacanza in compagnia dei suoi cari in una breve pausa accademica.
A causa della diffusione del Covid-19 anche in Egitto per Patrick, così come per altre decine di migliaia di detenuti egiziani, le preoccupazioni legate all’emergenza sanitaria sono fortissime.
Riteniamo che Patrick George Zaki sia un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.
Aggiornato il 07/12/2020 – Il giudice della terza sezione antiterrorismo del tribunale del Cairo ha annunciato oggi il rinnovo per 45 giorni della custodia cautelare dello studente dell’università di Bologna Patrick Zaki, in carcere da febbraio in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva. Lo riporta l’ong Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr) sul proprio accont Twitter.
“Il terzo circuito (terrorismo) della Corte penale ha deciso di rinnovare la detenzione del nostro collega Patrick George Zaki, ricercatore presso l’Iniziativa egiziana, per un periodo di 45 giorni“, si legge.
“Dopo ore e ore di attesa questa decisione sconcertante, vergognosa, di rinnovare di altri 45 gioni la detenzione di Patrick Zaki lascia senza fiato e sgomenti. Patrick terminerà questo anno terribile nella prigione di Tora. È veramente il momento che vi sia un’azione internazionale guidata e promossa dall’Italia per salvare questo studente, questa storia anche italiana, dall’orrore del carcere di Tora in Egitto“, così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
FIRMA QUI L’APPELLO: https://www.amnesty.it/appelli/liberta-per-patrick/

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