Aprendo la scena con la canzone “Amara terra mia” (E.Bonaccorti, D. Modugno, 1971), si introduce il tema della migrazione, familiare a qualunque Paese del mondo. Inizia così, con “Tracce migranti”, il primo evento serale della seconda edizione di “Imbavagliati”. Sulla scena la compagnia teatrale Bakwè, seguendo il filo offerto dalle illustrazioni di Mauro Biani, porta avanti una storia che si racconta attraverso la voce dei dialetti dell’Africa, recitati da madrelingua e poi riproposti in italiano. Si tratta di canzoni, poesie, racconti in prosa, provenienti da parti diverse del continente africano, recitate nella lingua originale di appartenenza. Come per i cantastorie, seguendo musica e immagini, la traccia si snoda attraverso le diverse storie e culture dei migranti, proiettate nella realtà quotidiana grazie alla cornice di un’operatrice legale che spiega le diverse situazioni via via affrontate da chi si trova a dover migrare, richiedere asilo o semplicemente transitare in Italia.
“L’ispirazione per questo spettacolo – spiegano gli organizzatori – nasce dal libro Tracce Migranti di Mauro Biani, dal quale abbiamo mantenuto il titolo e preso in prestito lo spunto per costruire un viaggio attraverso le parole di chi immigrante lo è stato in passato e di chi immigrante lo è adesso. Per questo abbiamo deciso di aprire con le parole di Amara terra mia, canzone simbolo dell’abbandono della terra natale, per tenere presente che la nostra storia è la stessa di chi adesso si trova a dover emigrare”