L’appello che segue è stato pubblicato in inglese sul sito di The Syrian Journalist Association e potete leggerlo in orginale a questo link.
Imbavagliati si unisce al coro delle voci che chiedono la protezione dei 270 giornalisti ora intrappolati a Quneitra, nel sud della Siria. Secondo il Comitato Internazionale per la Protezione dei Giornalisti la Siria è tra i paesi più pericolosi al mondo per questa categoria. Vogliamo anche sottoporre questo appello ai colleghi italiani ed alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, da sempre sensibile alla questione siriana ed alla libertà di stampa in questo paese, ed alle associazioni ed organizzazioni di categoria, perché possano mostrare la loro solidarietà e porre l’attenzione su questa drammatica situazione, che siamo certi non verrà risolta senza un risoluto lavoro di advocacy e senza pressioni internazionali.
Considerati i più recenti sviluppi nel sud della Siria, specialmente nella provincia di Daraa dove il regime siriano e le milizie sue alleate sono entrati in villaggi e città, 270 giornalisti, media attiviti e professionisti dell’informazione sono ora in una situazione di pericolo imminente.
Negli ultimi giorni, la maggior parte dei giornalisti è stata costretta a spostarsi nell’area di Quneitra. Alcuni di loro sono ora intrappolati nell’area rurale adiacente di Daraa al-Balad.
Questi giornalisti ora chiedono di essere soccorsi e che gli sia offerto un lasciapassare verso il sud, attraverso il confine giordano; temono di essere altrimenti vittime di arresti indiscriminati o uccisi, dati gli episodi precedenti di violazioni commesse dal regime siriano ai danni di giornalisti e operatori.
I giornalisti temono ripercussioni più gravi da parte del regime e dei suoi alleati contro tutti coloro che hanno espresso condanne o si sono opposti al regime.
L’Associazione dei giornalisti siriani [Syrian Journalist Association] segue la situazione da vicino e ha fatto appello ai governi degli stati confinanti, specialmente il Regno Hashemita di Giordania, ad aprire il confine per i giornalisti accerichiati e a fornire un corridoio sicuro per uscire dalla Siria. L’associazione inoltre riterrà responsabile il regime siriano e i suoi alleati per qualsiasi violazione ai danni dei giornalisti che vogliono lasciare il paese o restare. L’Associazione inoltre fa appello alle organizzazioni internazionali affinchè si impegnino a salvaguardare i giornalisti e le loro famiglie, proteggendoli da abusi e violazioni, e affinchè facciano pressioni sui governi affinchè sia garantita la salvaguardia personale di queste persone tramite l’apertura del confine per coloro che vogliono andarsene, o tramite garanzie da parte delle forze militari ora sul campo a non arrestare, deportare o torturare coloro che invece resteranno, e affinchè sia garantito ai gioralisti e agli operatori il diritto a svolgere il loro lavoro senza subire pressioni o minacce.