Nel corso del festival una serie di eventi collaterali si svolgeranno sulle terrazze del Pan nello spazio “Terrazza, swing e sabor” dalle 20 alle 22: concerti, presentazioni di libri, reading e tanti dialoghi e sapori da condividere.
19 settembre ore 20
Presentazione del libro “La Frontiera” di Alessandro Leogrande
Alessandro Leogrande
Vicedirettore del mensile Lo straniero, collabora con quotidiani e riviste. Conduce inoltre alcune trasmissioni per Radiotre. Per la casa editrice L’ancora del Mediterraneo nel 2003 ha pubblicato: “Un mare nascosto” (2000), “Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali” (ripubblicato da Fandango nel 2010), “Nel paese dei viceré. L’Italia tra pace e guerra” (2006). Nel 2008 esce con Strade Blu Mondadori “Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud”. Il testo ottiene il Premio Napoli come Libro dell’Anno, e gli vengono attribuiti anche il Premio Sandro Onofri, il Premio Omegna e il Premio Biblioteche di Roma. Con “Il naufragio. Morte nel Mediterraneo” (Feltrinelli), vince il Premio Ryszard Kapuściński e il Premio Paolo Volponi. Sempre con Feltrinelli pubblica il libro “La frontiera” (2015). Per Minimum Fax ha curato l’antologia di racconti sul calcio “Ogni maledetta domenica” (2010).
Oltre la frontiera – Alessandro Leogrande, edito da Feltrinelli
Finalista del premio Tiziano Terzani 2016, attraverso questo libro, Leogrande ci porta a bordo delle navi dell’operazione Mare Nostrum e pesca le parole dai fondali marini in cui sono incastrate e nascoste. Ci porta a conoscere trafficanti e baby-scafisti, insieme alle storie dei sopravvissuti ai naufragi del Mediterraneo al largo di Lampedusa; ricostruisce la storia degli eritrei, popolo tra i popoli forzati alla migrazione da una feroce dittatura, causata anche dal colonialismo italiano; ci racconta l’altra frontiera, quella greca, quella di Alba Dorata e di Patrasso, e poi l’altra ancora, quella dei Balcani; ci introduce in una Libia esplosa e devastata, ci fa entrare dentro i Cie italiani e i loro soprusi, nella violenza della periferia romana e in quella nascosta nelle nostre anime: così si dà parola all’innominabile buco nero in cui ogni giorno sprofondano il diritto comunitario e le nostre coscienze. Quanta sofferenza. Quanto caos. Quanta indifferenza. Da qualche parte nel futuro, i nostri discendenti si chiederanno come abbiamo potuto lasciare che tutto ciò accadesse.
20 settembre ore 20
Spettacolo “Tracce Migranti” della compagnia teatrale Bakwè, tratto dall’omonimo libro di Mauro Biani
Tracce migranti
L’ispirazione per questo spettacolo nasce dal libro Tracce Migranti di Mauro Biani, dal quale abbiamo mantenuto il titolo e preso in prestito lo spunto per costruire un viaggio attraverso le parole di chi immigrante lo è stato in passato e di chi immigrante lo è adesso.
Per questo abbiamo deciso di aprire con le parole di Amara terra mia, canzone simbolo dell’abbandono della terra natale, per tenere presente che la nostra storia è la stessa di chi adesso si trova a dover emigrare. Noi stessi, la nostra lingua, i nostri racconti, sono impermeati dal movimento delle onde migratorie che hanno scosso i nostri antenati e dato vita a quello che siamo oggi. I protagonisti, portano sul palco le loro storie nelle loro lingue
madri. Suoni che risultano nuovi per noi, ma molto significativi nella loro verità. A volte, canzoni e testi, vengono tradotti, menrte e a volte sono lasciati all’intuizione del pubblico, per non interrompere il flusso di energia e emozioni che sprigiona da questo incontrarsi di realtà così diverse messe a confronto.
Bakwè: abbiamo scelto questo nome insieme, in una riunione surreale dove si parlavano quattro lingue e dieci dialetti ! Alla fine, in un inglese che non suona come tale, qualcuno mi ha spiegato il concetto di back-way, che è anche il titolo della canzone portante dello spettacolo: la back way, l’ingresso sul retro, è il modo in cui si viaggia da clandestini, utilizzando passaggi laterali, altri, passando da vie poco conosciute e quindi anche pericolose. The way back è anche la via del ritorno, quella che forse in pochi contano di fare, ma alla quale si pensa sempre, perchè verra il giorno, forse del ritorno a casa.
21 settembre ore 20
Presentazione del libro “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi, con Marco De Marco
Emiliano Fittipaldi
Giornalista Italiano per l’Espresso, ha lavorato anche per i quotidiani “Il Corriere della Sera” e “Il Mattino”. Nel 2005, con il testo “Profondo Italia”, vince il Premio Ischia insieme a Dario di Vico e, nel 2009, il Premio Gaspare Barbiellini Amidei per la Sezione carta stampata e nuovi media.
Nel 2015 il Vaticano lo ha processato per il suo libro “Avarizia”, insieme al collega Gianluigi Nuzzi (a causa del controverso” Via Crucis”). Fittipaldi è stato assolto per difetto di giurisdizione.
Tra le altre sue pubblicazioni, ricordiamo “Così ci uccidono” (Rizzoli, 2010), “La macchina del fango. Come funziona il sistema della disinformazione italiana”, scritto insieme a Tommaso Cerno nel 2011, edito da Feltrinelli.
Avarizia – Emiliano Fittipaldi, edito da Feltrinelli
Emiliano Fittipaldi, da anni segue per “L’Espresso” le notizie riguardanti uno degli stati più piccoli e più ricchi al mondo: il Vaticano. Lo scrittore ha raccolto da fonti confidenziali una grande quantità di documenti interni del Vaticano – verbali, bilanci, relazioni – e grazie a questo è in grado di tracciare le prime mappe dell’impero finanziario della Chiesa: dai lussi (quasi) innocenti che si concedono i cardinali alle frodi milionarie, dagli investimenti favolosi in tutto il mondo al gigantesco affare degli ospedali, dalle trame dello Ior alla reale consistenza del tesoro del papa. Un vero fiume di rivelazioni. Quanto è grande e dove si trova il patrimonio del Vaticano? Dove vanno a finire i soldi delle offerte, dell’otto per mille, delle diocesi? Chi tradisce papa Francesco per trenta denari (e, spesso, molto di più)
22 settembre ore 20
“Un Murale per Giancarlo Siani. Storia e valori di un progetto”.
Interventi: Salvatore Velotti, direttore sviluppo INWARD (racconta progetto e campagna); Orticanoodles, street artists (racconto dell’opera); Paolo Siani, presidente Fondazione POLIS. Live stencil art a cura di Orticanoodles (porzioni di opera su muro riprodotte al momento su carta de Il Mattino in piccolo formato). Donazione dell’opera a Désirée Klain, Direttrice Artistica di IMBAVAGLIATI.
23 settembre ore 20
Presentazione del libro “Il contrario della paura” di Franco Roberti, con l’autore, Domenico Ciruzzi (vice presidente dell’Unione Camere Penali), il saggista Isaia Sales, Geppino Fiorenza ed Alessandro Barbano (direttore de “Il Mattino”).
Franco Roberti
Magistrato italiano, attuale Procuratore Nazionale Antimafia, già dal 1982, quando svolgeva il ruolo di sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, si è occupato di reati contro la pubblica amministrazione e di criminalità organizzata. In veste di coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, ha diretto le principali indagini nei confronti delle organizzazioni criminali operanti nella città di Napoli e nell’area casertana. Vanno in particolare ricordati i procedimenti penali contro il “clan dei casalesi”, che portarono alla completa disarticolazione dell’organizzazione criminosa, alla cattura e alla condanna di tutti i latitanti.
Il contrario della paura – Franco Roberti, edito da Feltrinelli
Franco Roberti è il nuovo procuratore nazionale antimafia, la più alta autorità istituzionale del nostro paese sul fronte del contrasto alle mafie. Nei “Prestanome” Roberti affronta le emergenze e le sfide che la criminalità organizzata continua a porre allo Stato, dai messaggi ambigui di Riina, agli incendi e all’inquinamento che devastano la terra dei fuochi. Cosa possono fare le istituzioni? Qual è la risposta migliore? Questo libro indaga quali siano gli strumenti necessari e i nodi da affrontare per riaffermare la legalità.