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“Letizia Battaglia per Imbavagliati”: la grande fotografa torna a Napoli dopo 24 anni

Si è aperta, con l’affollatissima inaugurazione della mostra della fotografa Letizia Battaglia, la seconda edizione di “Imbavagliati”, festival internazionale di giornalismo civile al museo Pan di Napoli, alla presenza del sindaco Luigi de Magistris. Già nella prima serata si è entrati nel vivo della discussione sui temi proposti dalla manifestazione diretta da Désirée Klain.

“Quanto tempo è servito per abbattere il muro di Berlino?” chiede alla platea Margherita Dini Ciacci, presidente del comitato regionale Campania per l’Unicef Onlus. “E com’è possibile – continua – che oggi, in molti paesi, si costruiscano vere e proprie barriere, per impedire ai rifugiati, provenienti dalle zone devastate dalla guerra, di entrare in altri paesi dove trovare un po’ di pace? In realtà siamo tutti imbavagliati, anche noi, perché dinanzi ad un’Europa che non si muove, che non fa nulla, dovremmo dire basta. Non possono morire migliaia di persone, che arrivano da noi per chiedere una vita migliore”, conclude.

Il presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, Paolo Siani, si sofferma su due immagini simbolo della manifestazione. Da un lato la vedova Schifani (nella foto di Letizia Battaglia) che, durante il funerale del marito, ha osato pronunciare a voce alta parole dure contro la mafia. Una donna coraggiosa, che si è tolta il bavaglio senza paura delle conseguenze. Dall’altro Giancarlo Siani, la cui Mehari, l’auto nella quale è stato ucciso, rimane un emblema di legalità. Paolo Siani, che è il fratello del giornalista ucciso, apre però alla speranza e all’ottimismo. “Se oggi un reporter si incarica di raccontare la verità così come la vede, non è più solo. Alle sue spalle c’è la società civile che lo sostiene.” E sottolinea come Napoli sia ormai matura per accogliere una manifestazione come ‘Imbavagliati’, augurandosi che “la città si impregni delle parole che verranno dette durante il festival dai nostri ospiti.”

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, allarga l’orizzonte sul panorama internazionale e si chiede come siano andate realmente le cose in Turchia, in Siria, in Iraq tutti paesi colpiti da sanguinosi conflitti. Poi sottolinea come, grazie agli incontri in programma, si possa discutere a Napoli di argomenti spesso tralasciati. “Molti giornalisti si mettono da soli un guinzaglio”, afferma de Magistris: “Invece di raccontare i fatti dal loro punto di vista, diffondono la versione fornita dal potere”.

Sul tema delle migrazioni, il sindaco trova assurdo che sia fatta una distinzione tra ‘migranti per motivi economici’ e ‘rifugiati politici’. “Non si può applicare a un uomo che scende da un gommone, dopo aver rischiato la propria vita”, afferma.

In conclusione del suo intervento, sottolinea la necessità di organizzare manifestazioni di livello internazionale come “Imbavagliati”, affinché la libertà di pensiero non venga mortificata.

Anche l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele, definisce il festival “Imbavagliati” un evento di grande portata, congeniale alla vocazione più autentica della città, alla sua funzione di capitale culturale. Daniele pone, inoltre, in risalto l’importanza dell’opinione dei giornalisti minacciati. Questi, nonostante la loro vita sia costantemente in pericolo, continuano a contrastare il potere raccontando la verità.

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