Mamma Africa

Nell’ultima giornata di sabato 29 aprile alle ore 18 si svolgerà un focus dedicato a “Mamma Africa”, con un approfondimento sulla drammatica situazione umanitaria e di restrizione violenta della libertà di stampa in Congo e in Somalia, al quale parteciperanno: Enzo Nucci (inviato Tg3 ed ex corrispondente RAI per l’Africa Subsahariana, Marco Cesario (giornalista e scrittore, esperto di censura) e Giunio Santini (esperto di sicurezza e conflitti per l’area dei Grandi Laghi)e Jean Léonard Touadi (analista congolese, advisor della FAO).

In Congo si sta perpetuando un vero e proprio genocidio, con l’inasprirsi dei conflitti che perdurano da anni. “Giù le mani dal Congo”: è stato il grido di dolore del Papa nel corso del suo recente viaggio in questo paese, dove il capo della Chiesa si è visibilmente commosso quando ha incontrato le vittime della guerra. L’attuale emergenza è figlia del conflitto alimentato dal Ruanda attraverso il dispiego di eserciti irregolari sul territorio congolese, per accaparrarsi le infinite risorse di cui gode il Congo. Questa guerra, coperta dall’oblio dei media internazionali, ha generato negli ultimi 20 anni sei milioni di morti e 400 mila sfollati interni, per entità secondo solo alla seconda guerra mondiale.

In Somalia, il paese africano più pericoloso per i giornalisti, la popolazione sta affrontando una carestia dovuta a mutamenti climatici che sta mettendo a rischio la vita di 7,5 milioni di persone. Situazione esacerbata dallo scoppio della guerra in Ucraina, che ha dirottato l’anno scorso gran parte degli aiuti umanitari e creato impedimenti per l’approvvigionamento di materie prime, in particolare del grano. Da trent’anni, inoltre, il Paese sta affrontando uno dei più lunghi conflitti civili in Africa, in una società fortemente clanica e lacerata. In questo contesto la libertà di stampa è fortemente minacciata come riportato da un recente documento della National Union of Somali Journalists, secondo il quale, nel 2022, sono stati riferiti oltre 100 attacchi diretti a giornalisti, due dei quali ne hanno portato alla morte.

Share This