HomeGeneraleAfricaPiù di 100 giornalisti minacciati durante le proteste in Venezuela

Più di 100 giornalisti minacciati durante le proteste in Venezuela

Espácio Público, the Instituto Prensa y Sociedad (IPYS), and the National Union of Press Workers (SNTP) hanno documentato numerosi casi di minacce, arresti, percosse nei confronti di reporter e operatori video. Sono state attaccate anche le sedi dei giornali, interrotti i programmi di alcune emittenti televisive.

Secondo fonti autorevoli, i giornalisti trovano continui impedimenti nell’esercitare la propria professione in Venezuela da quando, agli inizi di aprile 2017, si sono diffusi in tutto il paese le proteste di massa contro il governo del presidente Nicolás Maduro.

Ecco alcuni esempi:

Ayatola Núñez del quotidiano El Nacional è stato colpito alla testa da un contenitore di metallo, contenente gas. “Il giornalista di fianco ha lui ha confermato che Ayatola presenziava alla marcia quando hanno iniziato a tirare i barattoli e lui è stato colpito alla testa.” Queste le parole dell’editore del periodico El Nacional, Zayira Arenas.

Un gruppo di civili armati di coltelli, mazze e spray al peperoncino hanno attaccato una giornalista, María Alesia Sosa, mentre riportava ciò che stava accadendo n un posto di blocco in Caracas in diretta su Periscope . Il video è stato pubblicato su Twitter. Sul volto della reporter si vedono chiaramente i segni delle percosse e il suo autista mostra una ferita provocata dalla lama di un coltello.

Il CPJ(Commettee to Protect Journalists), a causa di questi attacchi contro i giornalisti, ha stilato una scheda con alcuni consigli sul comportamento da tenere durante i movimenti di protesta in Venezuela.

Si parte da accorgimenti generali come assicurarsi di avere la batteria del cellulare completamente carica, pianificare il proprio itinerario in modo da conoscere bene la zona dove si opera, vestirsi in maniera comoda, preferire una posizione sopraelevata durante gli eventi molto affollati e predisporre in anticipo un piano di evacuazione in caso di disordini.

Si consiglia anche di attrezzarsi con un equipaggiamento a prova di gas, colpi di pistola e armi da taglio, cercare di esprimersi con il linguaggio del corpo per far capire che non si hanno cattive intenzioni.

Se si è attaccati, minacciati o intimiditi durante le proteste è possibile contattare il CPJ via mail al seguente indirizzo: [email protected]

 

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