Sostenuto ancora una volta da un appassionato Roberto Saviano, ha aperto nel segno dell’arte Imbavagliati, il Festival Internazionale di Giornalismo Civile, ideato e diretto da Désirée Klain, che si è svolto dal 20 al 24 settembre 2017 al Pan/Palazzo delle Arti di Napoli, luogo che custodisce la Mehari di Giancarlo Siani. Simbolo dell’iniziativa che dà voce ai giornalisti perseguitati nei loro paesi. La terza edizione è partita il 20 settembre, con il vernissage della mostra “Giovanni Izzo per Imbavagliati”, a cura di Stefano Renna (con la collaborazione di Luca Palermo), autore delle foto della manifestazione insieme a Roberta De Maddi. Senza nessuna forma di tutela o vincolo con una testata giornalistica, Izzo si muove da anni attraverso il degrado sociale e ambientale di un territorio limite come Castel Volturno: “libertà” professionale che paga a caro prezzo, finendo spesso costretto al silenzio, “imbavagliato tra gli imbavagliati”. Prostituzione, abusi edilizi, immigrazione clandestina, criminalità organizzata, sono immortalati nel bianco e nero di una fotografia in grado, così, di restituire tutta la drammaticità di un luogo dilaniato dall’illegalità diffusa.
Fotogiornalismo e memoria storica: “Imbavagliati” ha ospitato nella sala Atrio del PAN “Memoria Olvidada”, l’esposizione di arti visive di Giuseppe Klain, a cura di Pino Narducci e Désirée Klain, donata al Festival a suggello di una collaborazione avviata con l’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”. Attraverso documenti fotografici originali ed interviste, il lavoro ha acceso i riflettori sulla vicenda di un’intera generazione di italiani torturati, sequestrati e uccisi durante il regime dittatoriale nell’Argentina degli anni ‘70. L’indagine è partita dalle storie di sei ragazzi “desaparecidos”, tra cui quella della napoletana Maria Rosaria Grillo, raccontata nel libro “El minuto”, scritto dal pm partenopeo Narducci. La mostra è stata l’occasione per lanciare una petizione a favore del riconoscimento di una giornata in memoria di tutte le vittime italiane della dittatura militare di Videla.
“14 per non dimenticare” era, invece, il nome dell’allestimento fotografico, organizzato dall’associazione “Studenti napoletani contro la camorra”, che è stata allestita nella Sala Mehari del Pan. Gli scatti di Greta Bartolini hanno raccontato i luoghi di vittime innocenti della camorra.
Grande successo di pubblico per l’incontro di apertura, al quale sono intervenuti: Désirée Klain (ideatrice e direttrice artistica di “Imbavagliati”), Nino Daniele (assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli), Margherita Dini Ciacci (Presidente del Comitato Unicef Campania), Paolo Siani (Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania), Claudio Silvestri (Segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania).
«Muri e fili spinati – ha spiegato la Klain – è il tema di questa terza edizione: dai muri materiali, che dividono paesi interi, a quelli ideologici. Il filo spinato è nell’anima delle vittime, che sono ancora in attesa di avere giustizia e di tutti coloro che hanno una coscienza civile. Il caso Ilaria Alpi non può e non deve essere chiuso, perché come recita il nostro slogan: “Chi dimentica diventa il colpevole”».
«Un tema attualissimo e drammatico per un appuntamento che è internazionale per il livello dei partecipanti e per il peso dei temi affrontati, ma che sentiamo profondamente nostro. – ha dichiarato Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli – Un appuntamento nel quale la Città si ritrova su uno scenario internazionale e partecipa come comunità, si fa soggetto culturale, civile e politico. L’Amministrazione comunale di Napoli promuove e sostiene questa iniziativa con particolare partecipazione: in un mondo nel quale muri, fili spinati e censure sono continuamente evocati, invocati o temuti, vogliamo che venga da Napoli un segno, e con esso l’impegno per un’altra idea di convivenza, di democrazia, di umanità».
«Chi dimentica è colpevole – ha detto Paolo Siani– Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, fratello di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985 – e per questo motivo da 32 anni puntualmente e con testardaggine ogni 23 settembre ricordiamo Giancarlo. Noi non vogliamo dimenticare e vi chiediamo di non dimenticare tutte le vittime innocenti della criminalità, specie quelle per le quali stiamo ancora aspettando giustizia, e noi aspettiamo fiduciosi che prima o poi giustizia arriverà per tutti. Ilaria Alpi, che quest’anno vogliamo ricordare insieme a Giancarlo, così come facemmo lo scorso anno con Giulio Regeni, è una di queste. E comprendiamo tutto il dolore della mamma Luciana per aver perso una figlia e non essere riuscita a ottenere giustizia. E si è battuta e si batte con tutte le sue forze affinché gli assassini di Ilaria vengano presi e condannati. Solo così lo Stato è uno Stato credibile, se riesce a difendere i suoi cittadini onesti e punire i colpevoli».