È stato Jeremías Marquines il protagonista della terza giornata di “Imbavagliati”, il Primo Festival Internazionale di Giornalismo Civile. Con il giornalista messicano – il 27 agosto 2015 – sono intervenuti lo scrittore e documentarista Gianmarco Serra (con lui nella foto di Stefano Renna) e Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
L’intellettuale e poeta tra i più importanti del suo paese è nato a Tabasco in Messico nel 1968. Membro del Sistema Nazionale di Creatori e del Consiglio Nazionale per la Cultura e le Arti, Marquines vive ad Acapulco, dove esercita un giornalismo duro e critico. È direttore del giornale «Sotto parola» ed è stato minacciato per il suo lavoro investigativo sulla vicenda dei 44 studenti assassinati in Iguala.
Il festival internazionale, ideato e diretto da Désirée Klain e prodotto dall’Associazione “Periferie del Mondo-Periferia Immaginaria”, per l’Assessorato alla Cultura e il Turismo del Comune di Napoli, nell’ambito di “Estate a Napoli”, ha ospitato giornalisti provenienti da difficili realtà sociopolitiche attraverso incontri, discussioni, interviste. È stato ideato anche un giornale online, www.imbavagliati.it, coordinato dal caporedattore dell’evento, lo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes e dal giornalista italiano Pietro Rossi, che dopo la conclusione dei lavori continuerà a crescere e ad allargare la cerchia di collaborazioni e l’orizzonte dei campi di indagine. Tema della prima edizione è stato quello delle mafie globalizzate, da confrontare e mettere in relazione con quello locale del sistema camorra. Simbolo del festival la Mehari di Giancarlo Siani, custodita proprio al Pan.
«Quando si parla di violenza – ha detto Marquines – di criminalità organizzata e di corruzione a Napoli, si parla della stessa cosa che si trova in Messico, ad Acapulco, che è dove io vivo. Lo sfondo è la condizione umana malata, l’avidità, il denaro che disumanizza».