HomeGeneraleLe mostre 2022

Le mostre 2022

“Life in Syria per Imbavagliati”

Autori: Mahmud Abdur-Rahman, Mohammad Amen Qurabi, Emad Najm Husso, Jalal Al-Mamo, Nour Kelze, con il supporto dell’associazione “Life Makers Team”

La mostra “Life in Syria per Imbavagliati” si rinnova in esclusiva per il Festival Internazionale di Giornalismo Civile in programma dal 16 al 20 maggio al Pan-Palazzo delle Arti di Napoli.

“Life in Syria” è un progetto fotografico nato dall’idea di Mahmud Abdur-Rahman, Mohammad Amen Qurabi, Emad Najm Husso, Jalal Al-Mamo, Nour Kelze e l’Associazione Life Makers Team, con l’intento di mostrare la realtà che migliaia di siriani sono costretti a vivere ogni giorno, raccontando nelle immagini alcuni dei momenti che hanno segnato il conflitto in Siria dal 2011 ad oggi. Il progetto parte dalla realizzazione di un libro fotografico, nel quale gli scatti dei cinque fotografi mostrano alcuni momenti che hanno segnato il conflitto siriano dal 2011 al 2016. Il libro è suddiviso in 5 capitoli e contiene 47 fotografie, 2 mappe e testi in italiano e in inglese.

Successivamente, con il supporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR Italia – nell’ambito della Giornata Mondiale del Rifugiato 2018, le fotografie sono diventate oggetto di una mostra. La selezione di 27 fotografie, stampate in vari formati, insieme ai testi di accompagnamento, scritti dagli autori, rappresenta una fase delicata dell’attivismo civile in Siria; gli scatti sono espressione dell’attivismo post-2011, alimentato da un profondo desiderio di cambiamento e riforma delle libertà e dei diritti civili, in molti casi non elaborato ed espresso in modo strutturato e maturo, ma presentato nella sua forma più istintiva e genuina.

“Life in Syria” vuole essere un mezzo di comunicazione per far emergere l’umanità e la vita che continua, anche all’interno del conflitto, evidenziando la lotta nonviolenta del popolo siriano, che dura da oltre undici anni. Il libro intende restituire ai siriani la narrazione della guerra, rafforzando il ruolo dei giovani nel processo di costruzione di una futura pacificazione nel Paese. Come centinaia di migliaia di giovani, loro coetanei sparsi nel resto della Siria, gli autori hanno con coraggio raccontato e documentato le manifestazioni dapprima pacifiche e i soprusi e le violenze del regime e della guerra. Adesso molti di loro hanno dovuto lasciare il paese e hanno trovato rifugio in Europa. Per questo hanno deciso di passare il testimone, a 11 anni dall’inizio del conflitto, a nuovi fotoreporter, loro colleghi, che ancora vivono in Siria.  

Nel 2022, dopo la produzione del libro e della mostra – finanziate nel 2017-18 da UNOCHA e UNHCR -, l’Associazione Propositivo di Siena ha avviato una campagna di raccolta fondi per la produzione di un nuovo libro e di una nuova mostra, coinvolgendo altri giovani fotoreporter presenti nelle varie regioni della Siria, fornendo così un aggiornamento sulla situazione attuale nel Paese.

Da ottobre 2017 i 5 autori di “Life in Syria” e l’associazione “Life Makers Team” hanno partecipato di persona o via Skype alle varie presentazioni: Photolux Photography Festival e Umbria World Fest 2017, Middle East Now 2018 festival a Firenze, negli spazi sociali e librerie a Siena, Roma, Bruxelles, Liegi, Innsbruck, Università Cà Foscari di Venezia, solo per citarne alcune. Dalla Giornata Mondiale del Rifugiato 2018, la mostra fotografica è stata allestita presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, al Teatro Franco Parenti di Milano, al Musée Grand Curtius di Liegi, al Collegio Artigianelli di Torino, al WeWork 9 Devonshire Square a Londra e alla Fortezza Medicea di Siena.


“FUORITUTTO”, un racconto per immagini e non solo che denuncia la piaga del racket e dell’usura, ideato e diretto da Désirée Klain, con l’intervento artistico di Paolo Carullo e Visual Art e Art Direction di Matteo Antonelli. La mostra, realizzata in collaborazione con la FAI, Federazione delle associazioni antiracket e antiusura Italiane e con la consulenza scientifica del professor Vincenzo Morra della Società Geologica Italiana, di Nino Daniele, ex sindaco antiracket e della psicologa Gabriella Cipriano, sarà inaugurata il 16 maggio, alle ore 18, nelle sale del “Pan-Palazzo delle Arti di Napoli”, nell’ambito di “Imbavagliati”, Festival Internazionale di Giornalismo Civile arrivato quest’anno alla VII edizione.

La Pandemia, insieme con il virus, ha diffuso in tutto il Pianeta anche una tragica consapevolezza: la fragilità dell’essere umano. Il concept “FUORITUTTO!”, vuole raccontare questo terribile momento storico. “FUORITUTTO!” (appunto!) come grido di dolore e liberazione. FUORI i buchi neri dell’Istruzione, del sistema sanitario, dei trasporti. FUORI la disperazione psicologica, la solitudine degli anziani, dei lavoratori “non classificati”.

In quest’ottica il concept sceglie di essere megafono per denunciare quanto il momento di crisi abbia pregiudicato economicamente le classi più deboli. Mettendo FUORI la porta dei sostegni economici parte della popolazione non schedata dalle classifiche del PIL, le conseguenze sociali sono state drammatiche: chi non poteva rivolgersi per aiuti allo Stato, ha cercato sostegno buttandosi nelle braccia della criminalità. I dati sono impietosi.

“FUORITUTTO!”, il concept artistico

 

“FUORITUTTO!” è lo slogan utilizzato dai commercianti per avvisare la clientela dell’imminente svendita di tutta la merce. Partire da quel momento di vuoto, pieno di significati, è stato l’input per dare il via ad un’azione di denuncia sociale.

Le immagini di vetrine dismesse scattate durante i lockdown saranno inserite in una sorta di piccola teca con led, all’interno del “petto” squarciato di altrettanti manichini. Ognuno dei quali sarà vestito da un’unica luce che illumina il proprio mondo interiore nello stesso modo. Così come il covid è stato “indossato” da ogni essere umano senza distinzioni di sesso, genere, etnia, in un luogo limite.

“FUORITUTTO!”, l’ESTORSOMETRO

Cuore del concept “FUORITUTTO!” sarà il cosiddetto “ESTORSOMETRO”. Un provocatorio misuratore “scientifico” delle emozioni scatenate dalla piaga del racket nelle vittime. Proprio come le rivelazioni che si effettuano misurando l’intensità di una scossa attraverso il sismografo, con il supporto scientifico del professor Vincenzo Morra della Società Geologica Italiana. Nel video, infatti, si vedrà solamente la traccia dell’audio di ogni testimone e, a seconda del racconto fatto, in contemporanea alla terribile vicenda narrata, si misureranno i suoi stati d’animo. Dall’ “angoscia”, alla finta “speranza”, poi la “paura”, la “vergogna”, il “terrore”; ma anche il “coraggio”, la “denuncia” la “rinascita”.

Un escamotage artistico che per la prima volta sposta l’attenzione del racket dall’aspetto economico a quello psicologico. Accendendo una luce su quelle problematiche umanitarie, che la macro notizia Pandemia ha soppiantato. Per non lasciarsi contagiare anche dal virus dall’indifferenza. Perché la creatività può diventare l’antidoto alla solitudine e all’epoca delle passioni tristi.

Epidemie e guerre sono terreni particolarmente favorevoli ad incubare i fenomeni mafiosi che si alimentano della paura e della sfiducia – scrive Nino Daniele – Il contrario della paura non è il coraggio, ma la conoscenza. L’irrazionalità, se non combattuta con la ragione, l’arte, la bellezza, con la diffusione delle grandi realizzazioni dell’animo umano, suscitate dalla meraviglia e dal desiderio di una vita dotata di senso, può fare arretrare rapidamente le conquiste democratiche e sociali e la tutela dei diritti civili. Il festival “Imbavagliati” e la Mostra dal titolo “FUORITUTTO” intendono rilanciare in maniera ancora più forte un messaggio di Liberazione da ogni dominio oppressivo, che sfrutta e sottomette le persone perché sole e fragili. “FUORITUTTO” è una dirompente metafora che racconta ciò che ogni testimone di giustizia decide di fare per recuperare la propria dignità ai propri occhi, dei propri cari, della società intera. È soprattutto è un urlo contro l’indifferenza, il cinismo, l’opportunismo, che si spinge fino alla servitù volontaria. Una democrazia forte, giusta, libera ha bisogno di cittadini che riescano a farsi insieme comune dignità”.

Share This